POLIAMBULATORIO LIFE
Gli Esami
Il benessere a portata di mano:
gli esami del nostro Poliambulatorio
Il Poliambulatorio CentroLife è in grado di soddisfare le tue esigenze offrendo una vasta gamma di esami di alta qualità, tra cui ecografie, holter, eco-color e molti altri. La nostra struttura è dotata di tecnologie all'avanguardia e di un team di professionisti altamente qualificati che si occupano di garantire cure mediche complete, dalla diagnosi alla cura e alla prevenzione. Puoi contare su di noi per fornirti le soluzioni più adatte alle tue necessità e garantirti il massimo della professionalità e della competenza in ogni fase del percorso di cura.
Indaga il fegato e i suoi vasi, le vie biliari, la cistifellea (o colecisti).
A cosa serve?
L’ecografia epatica e delle vie biliari serve principalmente a studiare l’anatomia del fegato e delle vie biliari, al fine di confermare o escludere sospetti diagnostici di patologie croniche, come la cirrosi epatica, o di forme tumorali benigne o maligne epatiche.
L’esame ecografico epato-biliare è la tecnica più utilizzata per la ricerca di calcoli o di altre anomalie a carico di vie biliari e cistifellea.
Norme di preparazione
Per sottoporsi all’ecografia epatica e delle vie biliari il paziente deve osservare il digiuno nelle 5-6 ore precedenti l’esame. È concesso bere acqua naturale.
Studiare ed esaminare il pancreas, i suoi dotti e le strutture vascolari connesse.
A cosa serve ?
L’ecografia pancreatica serve a verificare se esista una patologia a carico del pancreas. Nello specifico, l’ecografia pancreatica permette di evidenziare la presenza di cisti, infiammazioni acute e croniche (pancreatiti) e neoformazioni di natura benigna o maligna. È particolarmente utile nel follow up delle neoformazioni benigne.
Con questo esame è possibile anche evidenziare eventuali problemi alle vie biliari come dilatazioni, calcoli e tumori.
Norme di preparazione dell’ecografia pancreatica
Per poter effettuare l’ecografia pancreatica è molto importante che il paziente osservi il digiuno nelle 8 ore precedenti l’esame. Può essere utile una dieta leggera nei due giorni precedenti l’esame, per ridurre al minimo la distensione del colon. È concesso bere acqua naturale.
Studia gli organi dell’apparato urinario, in primo luogo i reni, le vie urinarie e la vescica, ma anche altri organi ad essi contigui o connessi (ghiandole surrenali, retro peritoneo, prostata, ecc.).
A cosa serve ?
L’ecografia renale/apparato urinario serve a studiare volumetria e morfologia renali e ad individuare la presenza di eventuali patologie organiche, quali malformazioni, cisti, tumori, calcoli.
Nel caso di coliche renali è spesso possibile documentare la presenza e la sede di calcoli ureterali. Nel caso di ematuria (sangue nelle urine) è generalmente possibile escludere la presenza di anomalie delle vie urinarie o di patologie tumorali a carico di reni e vescica. In pazienti affetti da ipertrofia prostatica è possibile inoltre valutare la volumetria e la morfologia prostatica e quantificare un eventuale ristagno urinario post-minzionale.
Nell’ecografia renale/apparato urinario il paziente viene valutato in posizione supina, talora anche sul fianco o in posizione prona.
Norme di preparazione
L’ecografia renale/apparato urinario richiede una preliminare moderata distensione vescicale, ottenibile astenendosi dalla minzione per 3-5 ore prima dell’esame (a seconda delle proprie abitudini) oppure bevendo circa mezzo litro di acqua dopo avere svuotato la vescica circa 2 ore prima dell’orario dell’esame.
È preferibile una dieta leggera nelle 4-6 ore precedenti l’esame.
Consente di visualizzare su un monitor la morfologia e lo stato di salute degli organi genitali interni femminili. Si tratta di un esame sicuro, preciso e non invasivo.
A cosa serve ?
E’ un esame che viene richiesto di routine insieme alla visita ginecologica per valutare l’apparato genitale interno femminile. Permette anche di diagnosticare le patologie benigne e maligne dell‘ovaio, le patologie dell’endometrio e la presenza di fibromi uterini.
L’ecografia transvaginale è l’esame utilizzato nelle gravidanze iniziali per diagnosticare la gravidanza intrauterina o eventuali localizzazioni extra uterine.
Come si svolge?
L’ecografia transvaginale si svolge con l’introduzione nella vagina di una piccola sonda – ricoperta da un profilattico in lattice (per motivi d’igiene) e lubrificata con un gel – che emette onde sonore a elevata frequenza (del tutto innocue per la salute) che, riflesse dai tessuti che incontrano, attraverso l’elaborazione di un apparecchio computerizzato, permettono la visualizzazione su un monitor delle regioni anatomiche studiate. Non è un esame fastidioso o doloroso.
Norme di preparazione
L’ecografia transvaginale deve essere svolta preferibilmente a vescica vuota. L’esecuzione di questo esame avviene nella stessa posizione che la paziente assume per la visita ginecologica.
Controindicazioni
È consigliato effettuare l’ecografia transvaginale non in presenza del ciclo mestruale.
Vede e studia l’apparato genitale maschile.
A cosa serve ?
L’ecografia testicolare (scrotale) serve ad individuare patologie legate all’apparato genitale maschile tra cui:
- il varicocele, dilatazione delle vene testicolari, con conseguente iper-afflusso di sangue all’interno dei testicoli;
- l’orchite, infiammazione acuta di uno o di entrambi i testicoli;
- l’idrocele, presenza eccessiva di liquido all’interno delle borse scrotali;
- la torsione del testicolo, che può comportare un’occlusione dei vasi sanguigni che portano sangue al testicolo, con conseguente ischemia di quest’ultimo;
- lo speratocele, dilatazione dei tubuli che si trovano negli epididimi (i canali che trasportano gli spermatozoi dal testicolo verso la prostata), che può determinare una riduzione del numero degli spermatozoi.
L’ecografia testicolare (scrotale) permette anche di diagnosticare la presenza di un tumore testicolare.
Nel corso dell’ecografia testicolare (scrotale) il paziente viene valutato in diverse posizioni, sdraiato e in piedi. Dopo aver applicato una piccola quantità di gel sulla pelle del paziente, nelle borse scrotali e nelle regioni limitrofe, il medico appoggia e muove, sulla parte anatomica in esame, una sonda collegata all’apparecchiatura ecografica, in grado di produrre sezioni anatomiche fedeli delle strutture esaminate.
L’esame non è invasivo e non comporta rischi per il paziente.
Norme di preparazione
Nessuna
L’esame è eseguito dal Medico Radiologo e dall’Urologo
Permette al medico lo studio e l’analisi dei vari organi quali fegato, colecisti, vie biliari, reni, pancreas, milza, aorta, vescica e organi genitali interni.
L’esame viene richiesto al fine di valutare la maggior parte delle patologie che interessano l’addome e per avere un’immagine generale dello stato di salute dei suoi organi.
Norme di preparazione
Per poter effettuare l’ecografia dell’addome completo è necessario:
- il giorno precedente l’esame: seguire una dieta alimentare leggera;
- il giorno stesso dell’esame: essere a digiuno da cibi solidi da circa 5/6 ore senza però sospendere eventuale terapie; è consentita una normale idratazione con acqua naturale.
Per una corretta valutazione della vescica e del basso addome, è opportuno presentarsi all’esame con la vescica moderatamente distesa. Si consiglia quindi di non urinare nelle 3 -5 ore precedenti l’esame (a seconda delle proprie abitudini) oppure, dopo avere urinato circa 2 ore prima dell’esame, bere 2 bicchieri di acqua naturale per ottenere la giusta distensione vescicale.
Come si svolge l’ecografia addome inferiore?
Durante l’ecografia addome inferiore il paziente è invitato a sdraiarsi in posizione supina.
Dopo aver applicato una piccola quantità di gel sulla superficie cutanea dell’addome inferiore, il medico appoggia e muove, sulla area anatomica in esame, una sonda collegata all’apparecchiatura ecografica, in grado di produrre sezioni anatomiche fedeli delle strutture esaminate.
L’ecografia addome inferiore non è invasiva e non comporta rischi per chi vi si sottopone.
Norme di preparazione
L’ecografia addome inferiore deve essere eseguita a vescica distesa.
Il paziente viene quindi invitato a bere circa mezzo litro di acqua 2 ore prima dell’esame e a non andare in bagno prima della sua esecuzione.
Controindicazioni
Nessuna
È l’esame più adatto a rilevare la presenza di noduli, definirne morfologia, dimensione, struttura e valutare ulteriori alterazioni a carico della ghiandola tiroidea.
A che cosa serve?
L’ecografia della tiroide o tiroidea è in grado di fornire informazioni precise su anatomia e vascolarizzazione della tiroide e rappresenta un passo fondamentale nella diagnostica e nel follow up terapeutico delle più importanti forme patologiche della tiroide; tra queste spiccano i tumori maligni differenziati che, fortunatamente, coprono una percentuale molto bassa delle patologie tiroidee.
In assenza di un nodulo rilevabile alla palpazione, l’ecografia tiroidea va eseguita nei soggetti in cui vi sia un sospetto di tireopatia, cioè di una patologia legata alla tiroide, o se esistano fattori di rischio genetico o ambientale per lo sviluppo di una patologia di tale natura.
L’ecografia della tiroide o tiroidea fornisce inoltre misure oggettive del volume della tiroide e delle lesioni in essa contenute ed è in grado di evidenziare elementi di malignità e selezionare le lesioni da sottoporre ad agobiopsia mirata mediante ago sottile.
Permette la valutazione degli spazi anatomici cervicali superficiali e profondi, lo studio dell’anatomia e della morfologia dei principali organi del collo (tiroide e paratiroidi, linfonodi profondi, grossi vasi arteriosi e venosi, ghiandole salivari sottomandibolari e parotidi, ecc.).
Come si svolge?
Il paziente viene valutato in posizione supina. Dopo aver applicato una piccola quantità di gel sulla pelle del paziente, il medico radiologo appoggia e muove, sulla parte anatomica in esame, una sonda collegata all’apparecchiatura ecografica, in grado di produrre sezioni fedeli delle strutture anatomiche esaminate.
L’esame non è invasivo e non comporta rischi per il paziente.
Norme di preparazione dell’ecografia del collo
L’ecografia del collo non necessita di alcuna preparazione specifica.
Controindicazioni all’ecografia del collo
Non esistono controindicazioni all’ecografia del collo.
L’ecografia muscolo-tendinea è in grado di indagare tutte le patologie a carico dei muscoli o dei tendini. È un esame particolarmente indicato in caso di stiramenti e sospetti strappi muscolari, contusioni, tendiniti (a: gomito, ginocchio, piede, mano, spalla, polso, caviglia, tendine di Achille), cisti, borsiti, ematomi sottocutanei o intramuscolari.
Norme di preparazione
Prima dell’ecografia muscolo-tendinea andranno rimosse eventuali medicazioni o fasciature presenti in corrispondenza della zona da esaminare.
L’ecografia articolare è in grado di indagare con discreta precisione i tessuti molli e le strutture articolari (cartilagini, menischi e membrane sinoviali) e periarticolari (tendini e legamenti).
Norme di preparazione
Prima dell’ecografia muscolo-tendinea andranno rimosse eventuali medicazioni o fasciature presenti in corrispondenza della zona da esaminare.
Consente di verificare le dimensioni e la morfologia della prostata, la ghiandola che arricchisce il liquido seminale di componenti essenziali.
Lesioni o formazioni anomale sono ricercate attraverso una sonda ecografica lubrificata che viene inserita nell’ampolla rettale del paziente. Attraverso l’emissione di onde sonore ad alta frequenza, non udibili dall’orecchio umano e del tutto innocue per la salute, si formano immagini che vengono visualizzate su uno schermo apposito.
A che cosa serve?
E’ utile per valutare lo stato di salute della prostata quando si presentano disturbi o sintomi sospetti (come diminuzione del getto urinario, difficoltà a urinare o minzione frequente, infertilità); verificare dubbi derivanti dall’esplorazione rettale eseguita nel corso di una visita urologica; effettuare una diagnosi precoce di tumore alla prostata (affiancando all’ecografia anche una biopsia attraverso cui prelevare campioni da analizzare successivamente al microscopio); verificare la risposta a una terapia medica intrapresa per risolvere disturbi minzionali.
Come si svolge?
Durante l’esecuzione dell’ecografia prostatica transrettale a il paziente è sdraiato sul fianco destro, con le cosce flesse verso il petto. Prima di introdurre la sonda, il medico effettua un’esplorazione con il proprio indice per verificare che non vi siano controindicazioni all’esame. L’esame non è pericoloso né doloroso
Norme di preparazione
Prima di eseguire l’ecografia prostatica transrettale non è necessario il digiuno. L’esame richiede però che l’ampolla rettale sia completamente vuota. Per questo 3-4 ore prima dell’esame può essere praticato un clistere. In alternativa, la sera prima o la mattina stessa, è possibile utilizzare una supposta di glicerina.
L’esame va invece eseguito a vescica piena, per cui è consigliabile, nell’ora che precede l’ispezione, bere almeno un litro di acqua non gassata e trattenere le urine.
Controindicazioni
Costituisce una controindicazione all’esecuzione dell’ecografia prostatica transrettale la presenza di emorroidi sanguinanti o di ragadi anali.
Utilissima per studiare la ghiandola mammaria ed eventuali sue alterazioni patologiche.
Si tratta di un esame che viene eseguito dopo altri esami, quali la palpazione e la mammografia. Se nel corso della auto palpazione si sono riscontrati dei noduli, si procede con l’ecografia al fine di eliminare il dubbio diagnostico.
E’ consigliata alle donne dopo i 40 anni ad intervalli regolari tra due mammografie.
A cosa serve?
E’ un esame importante per la diagnosi delle malattie della mammella: patologie benigne come cisti, fibroadenomi, mastopatia fibrocistica e patologie maligne come i tumori. Le mammelle sono formate da una porzione ghiandolare (da cui possono aver origine eventuali neoplasie), da grasso e tessuto fibroso. Nelle donne giovani prevale la componente ghiandolare mentre con il progredire dell’età questa parte si riduce a favore della componente adiposa e fibrosa. È quindi un esame particolarmente indicato per le donne sotto i 40 anni.
Come si svolge?
Per eseguire l’ecografia mammaria, la paziente viene invitata a sdraiarsi su un lettino. Il senologo spalma del gel sulla pelle della mammella allo scopo di rendere più scorrevole la sonda appoggiata al seno ed esegue scansioni perpendicolari e a raggiera su tutta la superficie da esaminare.
Norme di preparazione
Non sono previste preparazioni specifiche per l’esecuzione dell’ecografia mammaria. L’invito per le pazienti è quello di portare con sé i risultati delle ultime ecografie o mammografie eseguite, così che il medico possa valutare eventuali anomalie rispetto al passato.
Controindicazioni
L’ecografia mammaria non ha controindicazioni. L’emissione degli ultrasuoni necessaria per l’esecuzione dell’esame è innocua anche in situazioni di particolare sensibilità (come, ad esempio, le donne in stato interessante).
Consente di visualizzare su un monitor il feto contenuto nell’utero materno, attraverso l’utilizzo di una sonda che, appoggiata sull’addome della madre, indirizza sullo stesso feto onde sonore ad alta frequenza, del tutto innocue e non udibili dall’orecchio umano.
Si tratta di un esame sicuro, preciso e non invasivo.
Nel corso di una gravidanza normale devono essere eseguite almeno tre ecografie ostetriche, nel primo trimestre (in genere tra la 11a e la 13a settimana), nel secondo (a 19-22 settimane) e nel terzo trimestre (a 30-34 settimane). L’esame può essere ripetuto più volte, o eseguito in periodi differenti della gravidanza, su indicazione del medico.
Con la prima ecografia, chiamata anche “Office” ed eseguita a supporto della visita ostetrica, è possibile visualizzare il numero dei feti– verificando che si tratti o meno di un parto gemellare – l’attività del cuore del feto e i movimenti del feto stesso. In seguito all’esecuzione di questa ecografia il medico riesce a determinare il periodo esatto della gravidanza.
Vi è poi l’ecografia, detta di “accrescimento”, utile soprattutto per verificare la crescita del feto, facendo riferimento agli stessi organi misurati nella “morfologica”, calcolandone anche il peso.
Nel caso in cui si registrino patologie della crescita, possono essere programmati controlli ecografici aggiuntivi, per monitorare l’andamento della gravidanza fino al termine ostetrico.
Lo stato di forma della donna che si sottopone all’ecografia ostetrica può influire sull’esito dell’esame: una donna gravida obesa rappresenta un fattore limitante importante all’esame ecografico, dal momento che la presenza di grasso in eccesso riduce la la sensibilità dell’indagine stessa.
Norme di preparazione
Nessuna.
Nei due giorni che precedono l’esecuzione di un’ecografia ostetrica, la futura mamma deve evitare di applicarsi creme e pomate sulla pancia, perché queste potrebbero rendere più difficoltosa la “lettura” da parte della sonda.
L’ecografia muscolo-tendinea è in grado di indagare tutte le patologie a carico dei muscoli o dei tendini. È un esame particolarmente indicato in caso di stiramenti e sospetti strappi muscolari, contusioni, tendiniti (al gomito, ginocchio, piede, mano, spalla, polso, caviglia, tendine di Achille), cisti, borsiti, ematomi sottocutanei o intramuscolari.
Norme di preparazione
Prima dell’ecografia muscolo-tendinea andranno rimosse eventuali medicazioni o fasciature presenti in corrispondenza della zona da esaminare.
L’ecografia articolare è in grado di indagare con discreta precisione i tessuti molli e le strutture articolari (cartilagini, menischi e membrane sinoviali) e periarticolari (tendini e legamenti).
Norme di preparazione
Prima dell’ecografia muscolo-tendinea andranno rimosse eventuali medicazioni o fasciature presenti in corrispondenza della zona da esaminare.
E’ un’ecografia che prende il nome dal suo principio fisico di funzionamento, l’effetto Doppler. In campo medico rivela la velocità del flusso sanguigno tramite il riflesso di un segnale di ultrasuoni emesso da una sonda esterna applicata sopra un vaso sanguigno. Trattandosi di onde sonore, è completamente innocuo. E’ una metodica in utilizzo da oltre trent’anni e, come l’ecografia, è uno strumento diagnostico affidabile, non invasivo, indolore, innocuo, preciso che non richiede particolare preparazione al paziente.
L’esame viene eseguito dal Chirurgo Vascolare.
1) Eco- color doppler venoso
E’ una metodica diagnostica non invasiva che permette di visualizzare i principali vasi sanguigni e studiare il flusso ematico al loro interno. È un esame che non reca alcun dolore o fastidio.
A che cosa serve?
L’eco-color doppler venoso è utilizzato principalmente per lo studio e il monitoraggio delle patologie vascolari come stenosi arteriose e venose, aneurismi, trombosi e insufficienze venose.
Come si svolge?
Per eseguire l’Eco-color doppler venoso il paziente viene fatto stendere su un lettino e sulla parte del corpo da esaminare viene spalmato un gel, che dà una lieve sensazione di freddo, al fine di eliminare le bolle d’aria e permette alla sonda di scorrere meglio sulla pelle del paziente.
La sonda viene quindi appoggiata sulla zona da esaminare così da ottenere sullo schermo collegato le immagini che serviranno a stendere la diagnosi.
Norme di preparazione
Nel caso in cui la zona da sottoporre ad indagine sia l’addome è necessario che il paziente sia a digiuno da 5/6 ore.
Controindicazioni
Nessuna
L’esame viene eseguito dal Chirurgo Vascolare.
E’ un esame strumentale utilizzato per studiare e monitorare i vasi sanguigni (arterie e vene) che nutrono le strutture del capo, e per la diagnosi delle malattie cerebrovascolari.
A che cosa serve ?
Permette di studiare la morfologia e le dimensioni dei vasi, riconoscere le lesioni aterosclerotiche (placche), il conseguente grado di stenosi e il loro evolversi e viene effettuato per escludere la presenza di trombosi venose.
L’eco-color doppler fornisce immagini a colori (rosso e blu) dei flussi venosi e arteriosi evidenziando anche le più piccole lesioni delle pareti dei vasi consentendo di valutarne con precisione l’entità.
L’esame viene richiesto dagli specialisti per l’inquadramento di un paziente a seguito di ictus o TIA (attacco ischemico transitorio), e per la diagnosi di aneurisma. Viene utilizzato anche per lo screening di pazienti con fattori di rishio cardiovascolare (ipertensione arteriosa, diabete, ipercolesterolemia, fumo, ecc.).
Come si svolge?
L’ecocolordoppler dei tronchi sovraortici (TSA) non comporta alcun disturbo per il paziente e si svolge come una qualsiasi ecografia.
Non è necessaria alcuna preparazione e non ha alcuna controindicazione.
L’esame viene eseguito dal Chirurgo Vascolare.
L’eco-color doppler grossi vasi addominali viene utilizzato principalmente per lo studio e il monitoraggio delle patologie vascolari come stenosi arteriose e venose, aneurismi, trombosi e insufficienze venose ai grossi vasi sanguigni addominali che spesso si sviluppano senza fornire particolari sintomi. Per questo è importante sottoporsi a questo esame attorno ai 60 anni, anche se non si accusano disturbi.
Come si svolge?
Nello svolgimento dell’eco- color doppler grossi vasi addominali, il paziente viene fatto stendere su un lettino e sulla parte del corpo da esaminare viene spalmato un gel, che dà una lieve sensazione di freddo, al fine di eliminare le bolle d’aria e permette alla sonda di scorrere in modo più fluido sulla pelle del paziente in corrispondenza dell’organo da esaminare.
Norme di preparazione
Dal momento che la zona da sottoporre a eco-color doppler è quella addominale, è necessario che il paziente sia a digiuno da 5/6 ore perché i vasi addominali sono posti nelle vicinanze dell’intestino che, se non vuoto e privo d’aria, può impedire la giusta visione sullo schermo dell’apparecchio ecografico.
Controindicazioni
L’eco-color doppler grossi vasi addominali è un esame che non reca alcun dolore o fastidio e che non presenta alcun tipo di controindicazione.
L’esame viene eseguito dal Chirurgo Vascolare.
L’eco-color doppler arterioso è utilizzato principalmente per lo studio e il monitoraggio delle patologie vascolari come stenosi arteriose e venose, aneurismi, trombosi e insufficienze venose.
Come si svolge?
Per eseguire l’ eco-color doppler il paziente viene fatto stendere su un lettino e sulla parte del corpo da esaminare viene spalmato un gel denso, che dà una lieve sensazione di freddo, al fine di eliminare le bolle d’aria. La sonda viene quindi appoggiata sulla zona da esaminare così da ottenere sullo schermo collegato le immagini che serviranno a stendere la diagnosi.
Norme di preparazione
Nel caso in cui la zona da sottoporre a eco-color doppler sia l’addome è necessario che il paziente sia a digiuno da 5/6 ore.
L’esame viene eseguito dal Chirurgo Vascolare.
E’ un esame che, attraverso gli ultrasuoni trasmessi da una sonda (trasduttore) posizionata sul torace, permette la ricostruzione e la visualizzazione del cuore su di uno speciale computer (ecocardiografo).
In questo modo è possibile visualizzare le camere cardiache, misurare le loro dimensioni, valutare la funzione di pompa del cuore e lo stato delle valvole cardiache. Con questo esame s’individuano quasi tutte le malattie cardiache e la loro evoluzione può essere seguita nel tempo. Queste informazioni sono rilevanti anche nei pazienti affetti da un’ aritmia cardiaca.
Come si svolge?
L’eco-color doppler cardiaco a riposo si svolge come una normale ecografia che ha come oggetto il cuore. Il paziente viene invitato a sdraiarsi su un lettino e il medico fa scorrere sul petto, all’altezza del cuore, una sonda dopo avere spalmato un po’ di gel sul suo torace. Si tratta di un esame non pericoloso, non doloroso e del tutto non invasivo.
Norme di preparazione e controindicazioni
Nessuna
L’esame è eseguito dal cardiologo
L’Holter pressorio o “Monitoraggio non invasivo della pressione arteriosa” (MAPA) delle 24 ore. È un test non invasivo e indolore che permette di registrare 24 ore su 24 la pressione arteriosa.
A che cosa serve?
L’Holter pressorio è uno strumento importante per verificare l’esistenza di ipertensione arteriosa, instabile, ipertensione in terapia farmacologica, la cosiddetta “ipertensione da camice bianco”, di natura emotiva, dovuta allo stato di agitazione derivato da situazioni stressogene; sintomi associabili a sbalzi di pressione.
L’holter pressorio è utilizzato anche per monitorare gli atleti nel corso della loro attività sportiva.
Come si svolge ?
Per lo svolgimento dell’esame dell’holter pressorio, al paziente viene consegnato un apparecchio che dovrà essere indossato per un’intera giornata, così da registrare automaticamente, ogni 15 minuti di giorno e ogni 30 minuti di notte, la sua pressione.
Il paziente nel contempo deve annotare ogni dato che possa essere considerato utile al test (attività svolta, sintomi, disturbi, fattori di stress). Trascorse 24 ore, il paziente ritorna al centro per togliere l’apparecchio che ha registrato i dati che saranno analizzati dal cardialogo e con i quali elaborerà la diagnosi clinica.
Norme di preparazione dell’holter pressorio
Quando si esegue l’Holter pressorio, si consiglia di trascorrere una giornata tipo, così da registrare le comuni reazioni alle azioni svolte d’abitudine.
Controindicazioni all’holter pressorio
Nessuna
Holter cardiaco o elettrocardiogramma dinamico
E’ un test non invasivo e indolore che permette di registrare 24 ore su 24 l’attività elettrica del cuore.
A che cosa serve ?
L’holter cardiaco è uno strumento importante nello studio di tutte le aritmie e di sintomi quali il cardiopalmo, le vertigini, le perdite di coscienza. Talora è utile anche nelle condizioni di un difettoso apporto di sangue al cuore (ischemia) o di dolore toracico di natura da definire.
Come si svolge?
L’holter cardiaco si effettua attraverso un apparecchio che registra per almeno 24 ore l’attività elettrica del cuore. Al paziente vengono applicati sul torace alcuni elettrodi collegati all’apparecchio portatile (un piccolo registratore a batteria), che il paziente indosserà per il periodo prefissato dal medico, di giorno e di notte, così da registrare in modo continuativo, e durante l’espletamento delle normali attività quotidiane, il suo elettrocardiogramma.
Al termine il paziente deve recarsi nuovamente in Poliambulatorio per rimuovere gli elettrodi e consegnare l’apparecchio contenente i suoi dati che il medico analizzerà per determinare una diagnosi e studiare eventuali patologie cardiache.
Durata dell’holter cardiaco
Nell’holter cardiaco, la rilevazione dell’attività elettrica del cuore può durare dalle 24 ore a un’intera settimana a seconda della prescrizione del medico.
Norme di preparazione
Durante la registrazione dell’holter cardiaco il paziente deve eseguire la sua attività quotidiana senza limitazioni, ponendo solo cura al fatto che gli elettrodi adesivi non si stacchino dalla pelle per movimenti eccessivi.
La preparazione e le istruzioni per effettuare l’esame sono fornite dal personale infermieristico.
La refertazione è eseguita dal cardiologo.
Controindicazioni
Nessuna
Che cos’è l’elettrocardiogramma?
L’elettrocardiogramma è un esame non invasivo e indolore che permette la registrazione e la rappresentazione grafica dell’attività elettrica del cuore. Si registrano così le contrazioni e rilasciamenti con cui il muscolo cardiaco svolge la sua attività di pompaggio del sangue.
A che cosa serve ?
L’elettrocardiogramma può essere eseguito a riposo (standard), con il paziente sdraiato sul lettino, o sotto sforzo, con il paziente che pedala su una cyclette.
L’elettrocardiogramma standard consente di misurare il ritmo del cuore, alla ricerca di eventuali aritmie, e l’eventuale aumento della dimensione delle camere cardiache. Con l’elettrocardiogramma sotto sforzo si possono invece individuare patologie cardiache latenti.
Come si svolge ?
Per eseguire l’elettrocardiogramma vengono applicate sulla pelle alcune speciali elettrodi adesivi collegati attraverso fili elettrici a un apparecchio chiamato elettrocardiografo.
Elettrodi e fili captano e trasmettono l’attività elettrica generata dal cuore all’elettrocardiografo che, a sua volta, la elabora e la stampa su carta sotto forma di un tracciato grafico (elettrocardiogramma).
Norme di preparazione
Nessuna. Nel caso di pz molto peloso al fine di permettere una buona aderenza dell’elettrodo potrebbe rendersi necessario la depilazione dell’area (caviglie e petto).
Controindicazioni
L’esecuzione dell’elettrocardiogramma standard non ha controindicazioni.
ECG sotto sforzo, Test da sforzo, ECG con cicloergometro
E’ un esame che prevede l’esecuzione di un elettrocardiogramma mentre il paziente esegue uno sforzo controllato e di intensità graduale, così da registrare le reazioni che avvengono a livello di cuore in questa particolare situazione.
Lo sforzo effettuato produce infatti un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, determinando una maggiore richiesta di sangue da parte del cuore, che deve affrontare per questo una situazione di lavoro di maggiore intensità.
A che cosa serve?
Il test da sforzo serve per valutare eventuali disturbi e/o modificazioni dell’elettrocardiogramma prodotti dallo sforzo. Nei pazienti con cardiopatia ischemica, nota o sospetta, questo esame fornisce soprattutto informazioni relative al corretto flusso di sangue attraverso le coronarie, i vasi sanguigni che irrorano il cuore.
In ambito aritmologico, il test da sforzo è utile per valutare il comportamento della frequenza cardiaca, della conduzione atrio-ventricolare e di eventuali aritmie atriali o ventricolari durante uno sforzo.
Come si svolge?
Sul petto del paziente vengono applicati degli elettrodi, piccoli dischi metallici collegati a fili connessi a loro volta a un monitor, sul quale vengono visualizzati i battiti cardiaci. Il paziente viene poi invitato a pedalare su una cyclette mentre il medico tiene sotto controllo le reazioni del suo cuore.
Durata del test da sforzo
Il test da sforzo ha una durata di circa 20 minuti.
Norme di preparazione
Per il corretto svolgimento del test da sforzo, si consiglia al paziente di indossare abbigliamento comodo (tuta e scarpe da ginnastica). Per le donne l’uso di un reggiseno senza ferretto. Il pasto che precede il test deve essere effettuato privilegiando cibi leggeri.
Controindicazioni del test da sforzo
Il test da sforzo è controindicato per i pazienti che denunciano una grave insufficienza cardiaca.
L’esame è eseguito dal cardiologo o dal Medico di medicina dello Sport (livello agonistico).
E’ un esame che analizza la funzione respiratoria, che viene eseguita da personale sanitario con l’ausilio di uno strumento chiamato spirometro. Si tratta di una procedura semplice e non invasiva.
A cosa serve?
E’ utile per diagnosticare le patologie delle vie aeree e dei polmoni che in genere determinano problemi respiratori. Il risultato dell’esame determina il grado di funzionalità dell’apparato respiratorio, sia in situazione normale che a seguito del trattamento di una patologia respiratoria.
Come funziona?
L’esame dura pochi minuti, durante i quali il personale sanitario chiederà al paziente di effettuare una serie di manovre respiratorie attraverso un boccaglio. Solitamente, il risultato dell’esame viene fornito al termine della seduta stessa.
Norme di preparazione?
Per sottoporsi alla spirometria non è necessaria alcuna preparazione specifica. Se il paziente assume farmaci per patologie respiratorie, in particolare broncodilatatori, dovrà chiedere al medico che prescrive l’esame se la terapia deve essere sospesa: l’esame può essere infatti richiesto proprio per la risposta ad una terapia specifica.
Quali pazienti possono effettuare la spirometria?
Data la scarsa invasività della procedura, esistono poche controindicazioni alla sua esecuzione e vengono valutate dal medico.
L’esame può essere svolto a qualsiasi età, a condizione che il paziente sia in grado di eseguire le semplici procedure necessarie.
La spirometria è dolorosa o pericolosa?
La spirometria non è dolorosa e non comporta alcun pericolo per chi si sottopone all’esame.
L’esame fa parte degli accertamenti necessari per il rilascio dell’idoneità per la pratica sportiva agonistica.
L’esame fa parte degli esami strumentali nell’ambito della Medicina dello Sport per il rilascio del certificato di idoneità all’attività sportiva a livello agonistico.
Può far parte integrante della visita effettuata dal Pneumologo qualora lo ritenesse necessario.
E’ un esame dermatologico che permette la mappatura dei nei attraverso l’utilizzo del dermatoscopio. Non è un esame invasivo o pericoloso per il paziente.
A chi si rivolge l’esame dei nei ?
L’esame dei nei in epiluminescenza è rivolto a tutti, in particolare ai pazienti che presentino un alto numero di nei atipici e di nei congeniti di grandi dimensioni e che abbiano in famiglia uno o più casi di melanoma. L’esame non essendo invasivo o dolorosa dovrebbe rientrare nell’ambito dei percorsi di prevenzione alla salute e soprattutto essere eseguito, in casi di familiarità con patologie dermatologiche, prima e dopo l’estate.
A cosa serve ?
L’esame dei nei in epiluminescenza è un controllo indicato dal dermatologo in base alle caratteristiche e ai fattori di rischio del paziente è consigliato dal dermatologo nei singoli casi specifici, per esempio casi di melanoma in famiglia, per caratteristiche particolari della cute, per la presenza di fattori di rischio e per la presenza di un numero elevato di nevi.
Come si svolge?
L’esame dei nei in epiluminescenza si basa sull’utilizzo di un dermatoscopio, che viene appoggiato sui nei. In questo modo il dermatologo può osservare le caratteristiche microscopiche dei nei invisibili a occhio nudo. Registrarne colore, forma e dimensione e archiviare le immagini nei casi dubbi in modo da permettere un confronto a distanza di tempo e formulare così una corretta diagnosi.
L’esame è svolto dal Dermatologo
A cosa serve? A misurare lo spessore corneale
Quanto dura? 5-10 min massimo
Da chi viene eseguito? Ortottista che rilascia un referto completo.
Preparazione: non serve instillare alcun collirio per dilatare la pupilla.
Modalità di esecuzione: non è a contatto, rapido, non doloroso, non invasivo. Il paziente poggia mento e fronte su un’apposita mentoniera e tramite un tomografo ottico (OCT), l’Ortottista acquisisce in pochi secondi lo spessore di tutta la cornea.
In quali pazienti viene richiesto?
Per chi usa lenti a contatto, prima e dopo ogni intervento di chirurgia refrattiva per correzione difetti di vista, per monitoraggio di patologie corneali (come cheratocono), per pazienti affetti da glaucoma con lo scopo di definire l’attendibilità della misurazione della pressione oculare.
A cosa serve? Per acquisire foto a colori ad alta definizione del fundus oculare.
Quanto dura? 5-10 min massimo
Da chi viene eseguito? Ortottista
Da chi viene refertato? Non necessita di refertazione, va fatto visionare all’oculista inviante.
Preparazione: solo in pazienti con pupilla molto stretta o in presenza di cataratta a livello avanzato è necessaria l’instillazione di un collirio per dilatarla.
Modalità d’esecuzione: non è a contatto, rapido, non doloroso, non invasivo. Il paziente poggia mento e fronte su un’apposita mentoniera e tramite un tomografo ottico (OCT), l’Ortottista, dopo aver messo a fuoco l’immagine, acquisirà la fotografia della retina o di una specifica area richiesta.
In quali pazienti viene richiesto?
In tutti i pazienti che soffrono di diabete, ipertensione ed altre patologie sistemiche, maculopatia, presenza di nei.
A cosa serve? Acquisire ad altissima risoluzione scansioni a strati della parte centrale della retina (macula), della testa del nervo ottico (papilla) e della cornea.
Quanto dura? 15 minuti circa
Da chi viene eseguito? Ortottista
Da chi viene refertato? Oculista
Preparazione: solo in rari casi è necessaria la dilatazione delle pupille.
Modalità d’esecuzione: non doloroso, non invasivo. Il paziente poggia mento e fronte su un’apposita mentoniera dello strumento e deve fissare una mira luminosa mentre l’Ortottista acquisisce in pochi secondi gli strati della retina, sfruttando il riflesso di raggi laser infrarossi che vengono inviati sulla retina stessa. Questo esame raggiunge un livello di dettaglio superiore all’ecografia.
In quali pazienti viene richiesto?
In pazienti affetti da degenerazione maculare legata all’età, quindi maculopatia, retinopatia diabetica e glaucoma.
A cosa serve? E’ un esame diagnostico strumentale non invasivo, di recentissima tecnologia, per l’analisi della struttura della retina. La tecnologia OCT-A elimina la necessità di sottoporre i pazienti ad un esame invasivo che preveda l’iniezione di un colorante per endovena.
Quanto dura? 15 min circa, dipende dalla collaborazione del paziente.
Da chi viene eseguito? Dall’Ortottista.
Da chi viene refertato? Dall’Oculista.
Preparazione: come solitamente avviene per l’OCT, solo in pazienti con pupilla molto stretta o in presenza di cataratta avanzata è necessaria l’instillazione di un collirio per dilatarla.
Modalità d’esecuzione: non doloroso, non invasivo. Il paziente poggia mento e fronte su un’apposita mentoniera dello strumento e deve fissare una mira luminosa mentre l’Ortottista acquisisce in pochi secondi gli strati della retina sfruttando il riflesso di raggi laser infrarossi che vengono inviati sulla retina stessa. Questo esame raggiunge un livello di dettaglio superiore all’ecografia.
In quali pazienti viene richiesto?
L’angiografia OCT senza mezzo di contrasto è utile soprattutto nelle malattie vascolari della macula e della retina, nella retinopatia diabetica, nelle degenerazioni maculari, nelle retinopatie e nelle degenerazioni maculari legate all’età o alla miopia.
L’OCT utilizzato presso il Servizio di Oculistica del Poliambulatorio Life è di ultimissima generazione ed è fornito dalla Topcon.
A cosa serve? E un esame diagnostico strumentale volto a valutare la presenza di alterazioni della sensibilità retinica e a carico del nervo ottico.
Quanto dura? Essendo un esame paziente-dipendente, dipende principalmente dalla collaborazione del paziente. Dura dai 20 ai 30 minuti circa a seconda del programma impostato.
Da chi viene eseguito? Dall’Ortottista.
Da chi viene refertato? Dall’Ortottista, ma l’esame viene visionato dall’oculista inviante che definisce la diagnosi.
Preparazione: non serve instillare alcun collirio.
Per il giorno dell’esecuzione dell’esame, il paziente dovrà portare i suoi occhiali e il referto dell’ultima visita oculistica e quello dell’ultimo campo visivo effettuato, se effettuato.
Modalità di esecuzione: vengono proiettate all’interno della cupola delle luci di diversa intensità e luminosità, mentre il paziente guarda un punto fisso davanti a lui.
In quali pazienti viene richiesto?
In pazienti affetti da patologie neurologiche e affezioni cerebro-vascolari, glaucoma, maculopatie, ma anche a fini medico-legali, rinnovo patente o richiesta di invalidità.
PREPARARSI AL PAP TEST
Astensione dai rapporti nelle 48 ore precedenti al test ed evitare l’inserimento all’interno della vagina di ovuli, soluzioni intime, gel, schiume ecc. nelle 12 ore precedenti.
Questi prodotti potrebbero, infatti, alterare il risultato del test, rendendolo meno attendibile.
E’ preferibile non eseguire il prelievo durante il ciclo mestruale e nei giorni immediatamente successivi; il periodo consigliabile è attorno alla metà del ciclo.
Evitare, la sera prima dell’esame, il bagno in vasca;
che le perdite ematiche mestruali siano terminate da almeno tre giorni;
astenersi da rapporti sessuali la sera precedente l’esame;
non eseguire irrigazioni vaginali nelle 24 ore precedenti l’esame; la mattina dell’esame lavarsi l’area genitale solo con acqua;
aver sospeso terapia antimicrobica ed antimicotica, orale e/o locale, da almeno 4 giorni;
È bene non eseguire lavande vaginali interne nelle 24 ore precedenti il tampone, né utilizzare specifiche creme vaginali.
L’assunzione di qualsiasi terapia antibiotica va sospesa almeno 7 giorni prima dell’esame.
Diagnostica Prenatale
CHE COS’è?
Lo screening combinato del primo trimestre (Ultra-screen) è un esame eseguito tra le 11ª e la 13ª settimana di gravidanza, che serve a calcolare il rischio individuale di patologia cromosomica, in particolare di Sindrome di Down (trisomia 21) per valutare l’opportunità di ricorrere a un test diagnostico (villocentesi o amniocentesi).
COME SI SVOLGE?
Lo screening comprende due diversi esami:
ecografia: consiste nella misurazione di parametri di crescita fetale e nella misurazione della translucenza nucale, cioè la raccolta liquido retronucale presente in tutti i feti tra 11-13 settimane, ma che risulta aumentata nell’80% dei feti affetti da Sindorme di Down;
prelievo di sangue materno: serve a misurare il dosaggio nel sangue materno di due ormoni specifici (Bi-Test) prodotti dalla placenta. Questi parametri risultano alterati rispetto ai valori normali in 7 casi su 10.
L’integrazione del parametro ecografico (translucenza nucale) e dei due valori biochimici nel sangue materno permette di effettuare il calcolo di probabilità che avrà come risultato l’espressione del rischio in termini numerici per la patologie cromosomica indicate sopra.
CHE COS’è?
Il G-Test® valuta molto precocemente (a partire dalla decima settimana) il rischio che il feto possa essere affetto da una anomalia cromosomica.
COME SI SVOLGE?
In primis è necessario eseguire Il counselling pre-test con i nostri Specialisti. Ti permetterà di conoscere le caratteristiche del test, i suoi vantaggi e i suoi limiti, è inoltre il momento ideale per compilare il modulo di consenso informato e il modulo di richiesta esame.
Il test consiste in un prelievo di sangue periferico materno di circa 8ml. Il G-Test® può essere eseguito a partire dalla 10a settimana di gestazione.
I risultati del G-Test® saranno disponibili dopo circa 7/9 giorni lavorativi dal ricevimento del campione.
che cos’è?
UltraNIPT® è un test di screening prenatale non invasivo su DNA fetale libero estremamente completo perchè permette di rilevare il più ampio numero di sindromi genetiche dovute ad anomalie cromosomiche e associate ad un fenotipo clinico.
UltraNIPT® offre il più esteso e mirato livello di screening prenatale per la ricerca di aneuploidie cromosomiche. Il risultato fornisce anche l’interpretazione clinica delle anomalie rilevate.
COME SI SVOLGE?
In primis è necessario eseguire Il counselling pre-test con i nostri Specialisti. Ti permetterà di conoscere le caratteristiche del test, i suoi vantaggi e i suoi limiti, è inoltre il momento ideale per compilare il modulo di consenso informato e il modulo di richiesta esame.
Il test consiste in un prelievo di sangue periferico materno di circa 8ml. Il G-Test® può essere eseguito a partire dalla 10a settimana di gestazione ed entro la 24a.
I risultati del’Ultranipt saranno disponibili dopo circa 7/9 giorni lavorativi dal ricevimento del campione.